LA RESTÈRA DELLA PIAVE VECCHIA

La Piave Vecchia rappresenta l’antico alveo del fiume Piave e oggi costituisce una bretella fluviale di collegamento e di interscambio biologico tra due diversi ecosistemi fluviali, il Sile e la Piave. Il suo corso, lungo circa 6 Km, si snoda con andamento sinuoso fino a formare ampie anse in un territorio agro-fluviale. Dalle Porte Vinciane di Intestadura di Musile, che lo separa dal Piave Nuovo, la Piave Vecchia si dirige verso sud fino a incontrare le acque del taglio del Sile all’altezza del Ponte a bilanciere di Caposile per poi proseguire verso il mare con il nome di Sile-Piave Vecchia. Le sue acque sono caratterizzate da un ricco ecosistema fluviale misto con flussi idraulici sia del Sile, fiume di risorgiva, sia delle torbide acque del Piave, fiume alpino. Per lunghi periodi dell’anno prevalgono gli influssi del Sile a regime costante rispetto a quelle del Piave a regime variabile. Dal Tajo, presso le porte vinciane di Intestadura, ha inizio il percorso naturalistico ciclo pedonabile lungo la sponda alzaia idrografica dx della Piave Vecchia. Lo stradone o pista che corre lungo la sponda di un fiume, in passato si chiamava “restèra”, in quanto vi transitavano uomini e animali con il compito di trainare le imbarcazioni. Proseguendo il cammino, la sponda presenta delle esigue banchine golenali accompagnate da una fascia palustre a cariceto e canneto. Dal punto di vista ecologico il canneto, offre riparo sia riproduttivo che alimentare a numerosissime specie animali, tra cui il Cannareccione e la Cannaiola la Gallinella d’acqua, la Folaga, il Germano reale e il Cigno reale. Non meno importante la presenza degli Aironi, uccelli trampolieri appartenenti alla famiglia degli Ardeidi, come il piccolo Tarabusino la Garzetta riconoscibile per la candida livrea bianca e le egrette retronucali. Non manca il sorvolo, lungo l’asta fluviale della Piave Vecchia, dell’Airone cenerino dall’inconfondibile siluette: collo portato ad esse e zampe allungate all’indietro e lo sfrecciare, appena sopra la superficie dell’acqua, del Martin pescatore. La presenza del Cormorano sulle acque della Piave Vecchia conferma la presenza di numerose specie ittiche come la Tinca, il Luccio, il Cavedano e la Carpa. La sponda alzaia, è inoltre accompagnata da una siepe fluviale igrofila caratterizzata dall’insieme di Pioppo nero e Salice bianco albero dalle foglie lanceolate di colore grigio argento. Non manca l’esotica e naturalizzata Robinia, il Sambuco nero (Sambucus Nigra), dalle profumatissime infiorescenze bianche, la Sanguinella (Cornus sanguinea) e il Ligustrello (Ligustrum vulgare), tanto da creare i presupposti per la presenza di una ricca fauna selvatica legata all’acqua. Superato il Ponte del Solstizio, le sorprese non mancano e tra gli steli delle cannucce nella parte emersa della golena, sono presenti specie floristiche notevoli come la Calta, una ranuncolacea acquatica dai bei fiori gialli e il Campanellino estivo. La loro presenza testimonia senza ombra di dubbio la valenza ambientale del fiume, vero e proprio scrigno di biodiversità. In corrispondenza dell’ultima ampia ansa della Piave vecchia, l’acqua scorre lentamente tanto da consentire lo sviluppo di idrofite acquatiche dotate di grandi foglie galleggianti, le ninfee bianche e i nannuferi impreziosiscono il paesaggio fluviale ed accolgono sulla loro superficie rane e natrici dal collare in termoregolazione. La Piave Vecchia è stata anche teatro della Grande Guerra e in questo punto troviamo il cippo alla memoria dedicato al sottotenente Leopoldo Pellas, Medaglia d’Oro al Valor Militare a ricordo della sua eroica impresa contro il nemico. A questo giovane ufficiale è intitolata la ex scuola elementare ora Centro di Educazione Ambientale “La Piave vecchia”, in località-Castaldia. Proseguendo lungo l’alzaia in direzione di Caposile, ci appare nella sua tipica struttura il Ponte a Bilanciere, laddove la Piave Vecchia si unisce al Taglio del Sile.