L’ALTINATE
Da importante centro romano alla fondazione di Venezia
STORIA
Colonizzata dal I sec. a. C. dai Romani, che con la centuriazione (dove le terre non erano paludose) crearono alcune vie importanti, fra cui l’Annia (che andava fino ad Aquileia), la Postumia e la Claudia Augusta, l’area ha avuto a lungo un ruolo di straordinaria importanza. I centri principali, posti sulle vie citate, furono Altino e Concordia. Che però dal II sec. si avviarono a una lenta decadenza, pur diventando sedi vescovili, fino a soffrire per i rischi di impaludamento.
Devastate dal 452 al VII sec. da ripetute invasione barbariche (a partire da quella degli Unni condotti da Attila), le terre furono evacuate dagli abitanti che, come quelli di Aquileia, Oderzo o Asolo, si rifugiarono sulle isole della laguna come Torcello per fondare infine Venezia che secoli dopo sarebbe diventata, di queste bellissime campagne, la capitale, fino all’arrivo di Napoleone, poi degli Asburgo e infine del Regno d’Italia.
AMBIENTE
Il territorio dell’Altinate si caratterizza per la presenza di due aree di forte valenza ambientale: il Parco Naturale Regionale del fiume Sile e la Laguna di Venezia.
Il Parco Naturale Regionale del fiume Sile si estende su una superficie di 4.152 ettari, compresa all’interno di 11 territori comunali distribuiti nelle province di Padova, Treviso e Venezia. L’area delle sorgenti si trova tra Casacorba di Vedelago (Treviso) e Torreselle di Piombino Dese (Padova) originando il più lungo fiume di risorgiva d’Italia: 70 km circa da Casacorba di Vedelago (Treviso) a Portegrandi di Quarto d’Altino (Venezia), la foce naturale nella Laguna di Venezia, prima dello scavo del “Taglio del Sile”. Fin dai tempi più remoti il clima mite dell’area, la navigabilità delle acque, la vicinanza con il mare, la copiosità di risorgive e la ricchezza boschiva del territorio circostante (il paesaggio, per quanto simile, non era comunque quello attuale) attraggono al Sile popolazioni che si fermano lungo le sue rive.
La Laguna di Venezia lambisce a nord le coste della penisola di Cavallino Treporti. Ambiente naturale di una bellezza rara e incomparabile, la laguna ha mantenuto intatta nel tempo la propria naturalezza. Da secoli protagonista e spettatrice della storia e della memoria di questo incantevole litorale, ha visto susseguirsi nel tempo i destini di un territorio dai contorni in costante divenire. Ha accolto le navi degli agricoltori che un tempo si recavano al mercato ortofrutticolo di Rialto per vendere i loro prodotti, ha visto sorgere sulle sue sponde le antiche case coloniche e le palafitte in legno, dette anche i “casoni di valle”, è stata testimone della costruzione di forti, batterie, torri telemetriche, caserme e bunker, eretti a protezione di Venezia durante la Grande Guerra.
Il rumore dolce dell’acqua mentre la barca scivola lungo il canale, i fruscii delle fronde degli alberi, il battito d’ali e il chiacchiericcio delle Garzette, il rumorio dei pesci che guizzano impavidi fuori dall’acqua, il volo silenzioso, lento e regolare dei gabbiani, la presenza di cormorani e aironi intenti alla caccia e dell’elegante cavaliere d’Italia, fanno di questo ambiente un’area unica e sorprendente.
SCOPRIRE IL TERRITORIO
Partendo dal sito archeologico di Altino si spazia nelle aree verdi di Quarto e Marcon per proseguire tra il Sile ed il Piave verso Meolo, Musile, Fossalta e Noventa da qui con un ampio percorso tra le campagne coltivate si arriva a Ceggia per poi raggiungere San Donà di Piave e scendere al mare ed al paese di Eraclea e proseguire per Jesolo ed il suo lido da qui si percorre la penisola sabbiosa del Cavallino-Treporti fino a Punta Sabbioni in splendidi ambienti lagunari veneziani. Una terra sospesa tra la laguna e l’Adriatico, ma che vive tra i fiumi: uno più calmo, il Sile che scende attraverso spazi verdi, uno che può essere più impetuoso, il Piave, che scende dalle montagne e alterna fasi di secca ad altre quasi torrenziali.
La parte finale del corso del Piave fu spostata alla fine del ’600 verso nord, per andare a sfociare presso Jesolo, mentre nel suo vecchio letto fu deviato il più placido Sile. Tutte operazioni che mutarono il territorio, condizionando lo sviluppo dei centri interni e favorendo il sorgere dei grandi cordoni sabbiosi che oggi ospitano migliaia di turisti con le località balneari più note. Rese fertilissime dalle bonifiche e dalle altre opere idrauliche, queste zone un tempo coperte da boschi furono uno dei teatri principali della Grande Guerra quando il Piave divenne il simbolo della resistenza e della riscossa italiana.