CANARO

Le prime testimonianze storiche legate a Canaro risalgano all’XI secolo, ma la vicinanza dell’abitato al fiume Po ed al Poazzo, al tempo uno dei suoi rami principali, fa ragionevolmente presupporre un insediamento abitativo ben più precedente, legato alle opportunità che i vicini corsi d’acqua offrivano agli abitanti, sia per le risorse ambientali, come la pesca e la raccolta di legname che garantivano il sostentamento alla piccola comunità, sia per il commercio, che vedeva nel Po una via di comunicazione prioritaria.

Nei secoli medievali tutto il Polesine rientrava nell’orbita ferrarese, come parte del più vasto sistema di possedimenti dei conti di Canossa, che comprendevano anche le zone dell’Oltrepò mantovano, del Modenese e del Reggiano. Alla morte di Matilde di Canossa, la città di Ferrara mantenne il controllo sul territorio, noto come Transpadana Ferrarese, che comprendeva anche l’abitato di Canaro.

La prima documentazione storica risale comunque al 1082 quando la località viene citata in un atto nel quale si attesta la donazione da parte del Vescovo di Ferrara a Gerardo di Grazioso. La vita della comunità fu scandita dalle frequenti rotte ed esondazioni del grande fiume delle quali vi è testimonianza indiretta dalla scomparsa di un importante centro nelle sue vicinanze, Villa Lerizza, avvenuta nel 1168. Un successivo manoscritto del 1178 la inserisce tra i possedimenti del monastero benedettino di Pomposa.

Il controllo del Ducato di Ferrara favorì la prosperità del centro e la sua crescente importanza fino al XIV secolo data la sua posizione strategica, in quanto permetteva di controllare parte del Po che oltre ad essere considerato un confine naturale continuava ad evolversi come una delle primarie vie di comunicazione e commerciali della zona. Nel 1482 lo scoppio della Guerra di Ferrara, citata anche come Guerra del sale, ebbe conseguenze disastrose per Canaro. La sua particolare posizione determinò la necessità di conquista da parte delle truppe della Repubblica di Venezia che nelle vicende belliche durate fino al 1484 causarono alle sue strutture gravi danneggiamenti.

Il conflitto, vinto dai veneziani, si risolse con la pace di Bagnolo ed il territorio di Canaro ed in generale il Polesine passo sotto il controllo della Serenissima fino al tardo XVIII secolo.

La caduta della Repubblica di Venezia del 1797 ad opera della Grande Armata, l’esercito che Napoleone Bonaparte schierò a partire dal 1805, segnò una nuova annessione del territorio. Le clausole del Trattato di Campoformio consegnarono Canaro e tutto il territorio veneziano all’Austria che però rimase sovrana per un tempo limitato. Già dal 18 marzo 1805, con la firma del trattato di Presburgo, l’Austria cedette la Provincia Veneta austriaca alla Francia. Canaro tornò così sotto il controllo francese nella nuova identità nazionale, il Regno d’Italia napoleonico.

Il secondo dominio francese durò fino alla caduta di Napoleone. Il 20 aprile 1814 il Veneto, ed anche Canaro, venne restituito agli asburgici e con la caduta del Regno, quello stesso mese, la città e l’intero Veneto tornarono all’Impero d’Austria, che incorporò, dal 1815, i territori nel Regno Lombardo-Veneto. Nel 1838 Canaro viene elevato a municipio e tale rimase fino alla sua annessione al Regno d’Italia.

Da visitare

  • Chiesa di Santa Sofia, esistente dall’inizio del millennio, probabilmente ampliata o ricostruita nel corso del 1400 e quindi assestata con consistenti modifiche nel 1700. Al suo interno vi sono pregevoli opere d’arte. Il bassorilievo in marmo (sec.XVIII) raffigurante l’Ultima Cena sull’altare maggiore, attribuito alla scuola del Canova

  • Chiesa di Santa Margherita si trova nella frazione Garofalo. Fu edificata alla fine del 1500, in sostituzione della precedente costruita nel 1289 e distrutta da una rotta del Po

  • Chiesa di Maria Santissima Immacolata, si trova nella località Paviole

  • La Villa Martelli-Piccioli vista dall’argine del Po

  • Villa Martelli-Piccioli (XIX secolo), in località Paviole

  • Villa Vendramin-Calergi, in località Saline, sul confine con Fiesso Umbertiano

  • MUVIG, Museo Virtuale del Garofalo, presso la casa natale, recentemente restaurata, di Benvenuto Tisi, detto il Garofalo, sita nella frazione Garofolo

  • Teatro Comunale, nato dalla ricostruzione dell’ex Casa del Fascio