TERRA DEI TIEPOLO
Laguna e corsi d’acqua in un territorio fantastico
STORIA
L’area del Decumano si colloca tra Venezia, Treviso e Padova, all’incrocio di numerose vie di comunicazione, e comprende i comuni di Scorzè, Noale, S. Maria di Sala, Pianiga, Mirano, Spinea, Salzano e Martellago.
La zona prende nome dalla grande centuriazione dei Romani che nella loro opera di organizzazione del territorio, dalle città agli accampamenti, usavano tracciare due assi principali: il Cardo (da nord a sud) e il Decumano, in direzione est – ovest. I terreni destinati a essere distribuiti ai coloni, attraversati da questi due assi, venivano ulteriormente suddivisi con altre linee, in modo da formare un reticolato che permettesse l’orientamento e l’esatta attribuzione delle terre dell’“ager publicus”. Nel territorio centrale dell’odierna provincia di Venezia l’operazione, compiuta nel primo secolo (periodo in cui Padova divenne municipium), fu particolarmente precisa ed evidente, tanto da essersi mantenuta ai giorni nostri, così che l’area è definita del “graticolato romano” e conserva l’antico impianto non solo nella suddivisione dei campi ma perfino in molti toponimi della zona, come via Desman. L’opera di centuriazione si affiancava alle grandi vie di comunicazione dell’epoca latina, come la via Annia (da Adria ad Aquileia), la Postumia (da Genova) e la Claudia Augusta (diretta verso l’attuale Austria) e alla gestione dei corsi d’acqua, oltre che all’edificazione di centri importanti.
La storia successiva, dopo le invasioni barbariche, è legata al predominio delle città di Treviso, Padova, Venezia e dei vari feudatari, vescovi e signori locali, dalla famiglia Tempesta a quella di Ezzelino da Romano. Finché, tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, iniziò il dominio della Serenissima Repubblica.
Dominio finito nel 1797, quando Venezia crollò davanti a Napoleone per passare poi sotto la dominazione austriaca, conclusasi con le guerre di indipendenza e l’annessione al Regno d’Italia.
AMBIENTE
La Laguna di Venezia formatasi dal fondersi dei ghiacci dopo la fine dell’ultima glaciazione e modificata negli anni dall’abbassamento del suolo per il progressivo consolidamento dei depositi alluvionali e l’innalzamento del livello del mare. Della vecchia pianura allagata sono rimaste alcune zone di terreno più elevato che sono diventate le isole della laguna di Venezia appena nata. Poi, i cordoni di dune costiere, formatisi grazie alle sabbie trasportate dai corsi d’acqua, sono divenuti il naturale confine tra l’Adriatico e la laguna. Dell’intera superficie lagunare solo il 5% è costituito da terre costantemente emerse, le isole, mentre il 20% è rappresentato da barene, zone di terreno a pelo d’acqua ricoperte da vegetazione particolarmente resistente al sale. Tutta la laguna è percorsa da canali più o meno profondi.
La laguna è separata dal mare aperto dai lidi, lunghi cordoni sabbiosi talvolta arginati dall’uomo con opere di varia natura. La comunicazione con l’esterno avviene attraverso le bocche di porto del Lido, di Malamocco e di Chioggia. L’acqua entra dal mare ogni sei ore e se ne esce dopo altre sei.
SCOPRIRE IL TERRITORIO
L’itinerario, che permette di incontrare tracce storiche dal Medioevo al Settecento, parte da Scorzè, scende fino alla rocca di Noale e attraversa l’area della centuriazione romana arrivando a S. Maria di Sala e Pianiga.
Si riprende quindi la strada per Mirano e Spinea, proseguendo poi per Salzano e deviando a nord verso Martellago. Da qui si raggiungono le isole di Lido di Venezia e Pellestrina dove si conclude il percorso.